In un blog come si deve,
l’autore normalmente dovrebbe dare spiegazioni del perché è
letteralmente sparito per quasi 10 mesi, senza pubblicare più una
mazza. Sarebbe corretto e aggiungerei doveroso nei confronti dei
tanti lettori che potrebbero essere preoccupati o anche solo
incuriositi da tale mancanza.
Ma siccome il mio blog lo leggono in 4
e tutti sanno perché non ho scritto nulla, di certo non
starò qui a dilungarmi inutilmente. Diciamo solo che sono stato
impegnato e impossibilitato a giocare per un po’.
Non tanto
impegnato però da rinunciare ad un paio di settimane di ferie giù,
dalle mie parti. Girando per la città mi sono imbattuto in un
negozietto di giochi che stava chiudendo, ma non perché fosse tardi!
Chiudeva definitivamente, a detta del proprietario per colpa della
crisi e della mentalità delle persone; io, dopo averci parlato un
po’, penso che anche una certa dose di incompetenza possa aver
contribuito.
Comunque, la parte della storia che ci interessa
riguarda il fatto che il tipo stava liquidando un bel po’ di
giochi.
Gli scaffali del negozio erano già belli vuoti e quello che era rimasto non era un granché, del resto è un po’ che era in svendita, finché la mia attenzione è stata colpita dall’armadietto dei giochi usati, quelli che faceva usare ai clienti in negozio. Li si che c’era bella roba.
Gli scaffali del negozio erano già belli vuoti e quello che era rimasto non era un granché, del resto è un po’ che era in svendita, finché la mia attenzione è stata colpita dall’armadietto dei giochi usati, quelli che faceva usare ai clienti in negozio. Li si che c’era bella roba.
All’inizio non ho potuto fare a meno di
notare lo scatolone di Krosmaster Arena, tutto colorato e pieno di
personaggi che mi guardavano e mi dicevano: “Compraci! Compraci!”
Ho resistito e andando avanti mi è capitato tra le mani il gioco più
improbabile e, al tempo stesso, irresistibile di tutto il negozio:
Vudù!
Confesso che lo avevo già adocchiato da un’altra parte ma,
di primo acchito, mi era sembrata una minchiata epocale. Lì invece,
complice il fatto che era scontato perché usato, improvvisamente mi
è apparso sotto una luce migliore, non potevo farne a meno.
Credetemi: ci ho messo meno di un secondo a tirar fuori il portafogli
e dargli 'sti 10 €.
Finite le ferie e tornato a casa non c’è voluto molto
per organizzarci con gli altri e provarlo.
Per chi non lo conosce
Vudù è un party-game tutto italiano di Giovo e Valtriani edito dalla Red Glove, con poche
regole e pochi materiali, ma un' idea di gioco davvero accattivante e
ben riuscita: rompere le palle agli avversari.
Impersonando dei maghi il
nostro scopo è quello di lanciare delle maledizioni agli altri
giocatori e costringerli a fare le cose più assurde; rimanere tutta
la partita in piedi, cantare il ritornello di una canzone, starsene
tutto il tempo con i gomiti attaccati e via dicendo.
Ammetto che
detto così può sembrare una stronzata, ma con le persone giuste e
con lo spirito giusto è davvero divertente.
Il contenuto della
scatola è molto semplice 3 serie di carte magistralmente illustrate da Guido Favaro (Maledizioni standard,
Artefatti e Maledizioni Permanenti) i segnalini per i punti, 5 dadi,
una bambolina Voodoo e, sul fondo della scatola stessa, il tabellone
segnapunti.
Le fasi gioco sono molto semplici: all’inizio del turno
si tirano 5 dadi dove, al posto dei numeri, sono raffigurati gli
elementi classici del horror: pipistrelli, fantasmi, teschi, corvi,
zucche etc.
Questi dadi rappresentano gli ingredienti necessari per
evocare le maledizioni. Se si riesce a pagare il costo della
maledizione la si gioca contro qualcuno e si fanno i relativi punti,
altrimenti i dadi si spendono per pescare altre carte maledizioni o
artefatto.
Tutto qua. Zero strategia. Si tratta di avere un po’ di
culo coi dadi, dare più fastidio possibile e divertirsi.
Al primo turno siamo partiti un po’ timidi (del resto si comincia con una sola maledizione in mano e se non riesci a pagarla con i dadi, non ti resta che pescare), ma già dal secondo abbiamo cominciato a tirarcele una dietro l’altra che era un piacere.
Al primo turno siamo partiti un po’ timidi (del resto si comincia con una sola maledizione in mano e se non riesci a pagarla con i dadi, non ti resta che pescare), ma già dal secondo abbiamo cominciato a tirarcele una dietro l’altra che era un piacere.
Pronti via Steffo
spara una maledizione a Jess e la costringe a farsi tutto il resto
della partita seduta a terra (tant’è che lei lo minaccia di farlo
dormire sul tappeto della sala). Io, poco più avanti, dovrò
rimanere a gambe incrociate, Steffo con i palmi attaccati e Cla dovrà
starnutire, grattarsi la testa e schioccare le dita ad ogni cambio
turno.
Un vero manicomio
Dopo qualche turno la situazione letteralmente degenera. C’è chi gira attorno alla sedia prima di tirare i dadi, chi simula malamente il rumore di un temporale, chi grugnisce, chi è costretto a stare tutto il tempo con le braccia incrociate e chi, povero lui, con la testa attaccata al tavolo.
Alla fine ne siamo usciti distrutti, peggio di una serata a Twister (fidatevi di me: se non siete più che allenati state lontani da Twister!).
Vinco io, ma poco importa, tutti erano soddisfatti, tant’è che ne parte subito un’altra.
Stesso andazzo: in poco tempo il tavolo si è riempito di barzellettieri, cantanti, imitatori di topi, snob con la R moscia, finti serpenti con la S sibilante e superstiziosi con le dita incrociate. Meno male che nessuno ci ha visto da fuori!
Un vero manicomio
Dopo qualche turno la situazione letteralmente degenera. C’è chi gira attorno alla sedia prima di tirare i dadi, chi simula malamente il rumore di un temporale, chi grugnisce, chi è costretto a stare tutto il tempo con le braccia incrociate e chi, povero lui, con la testa attaccata al tavolo.
Alla fine ne siamo usciti distrutti, peggio di una serata a Twister (fidatevi di me: se non siete più che allenati state lontani da Twister!).
Vinco io, ma poco importa, tutti erano soddisfatti, tant’è che ne parte subito un’altra.
Stesso andazzo: in poco tempo il tavolo si è riempito di barzellettieri, cantanti, imitatori di topi, snob con la R moscia, finti serpenti con la S sibilante e superstiziosi con le dita incrociate. Meno male che nessuno ci ha visto da fuori!
Confesso che avevo un po’
paura per la longevità visto che alla fine le maledizioni non sono
tantissime, ma in due partite praticamente non abbiamo trovato due
volte la stessa carta quindi, almeno per il momento, i miei timori
erano infondati. E poi comunque c’è sempre l’espansione Ninja Vs
Pigmei che aggiunge nuove carte e nuovo sale a questo piccolo
gioiello.
Finisce anche la seconda
partita; vince Jessica ma anche in questo caso non è quello che
conta davvero. Io sono stremato; vi assicuro che tirare i dadi,
tenere e pescare le carte, muovere i segnalini sempre con le braccia
incrociate non è affatto facile. Steffo è stato almeno 20 minuti
con una mano sull'occhio, che quando fuori fa 30° non è esattamente
piacevole.
Insomma la serata è
volata in un lampo, esperienza assolutamente da ripetere, anche con
più persone, i 10€ meglio spesi degli ultimi anni. E poi dice che
c'è la crisi!
P.s.: un pensiero va al povero Steffo che, conoscendo Jess, avrà davvero dormito sul tappeto.
P.s.: un pensiero va al povero Steffo che, conoscendo Jess, avrà davvero dormito sul tappeto.
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