giovedì 3 settembre 2015

Vudù

In un blog come si deve, l’autore normalmente dovrebbe dare spiegazioni del perché è letteralmente sparito per quasi 10 mesi, senza pubblicare più una mazza. Sarebbe corretto e aggiungerei doveroso nei confronti dei tanti lettori che potrebbero essere preoccupati o anche solo incuriositi da tale mancanza.
Ma siccome il mio blog lo leggono in 4 e tutti sanno perché non ho scritto nulla, di certo non starò qui a dilungarmi inutilmente. Diciamo solo che sono stato impegnato e impossibilitato a giocare per un po’. 

Non tanto impegnato però da rinunciare ad un paio di settimane di ferie giù, dalle mie parti. Girando per la città mi sono imbattuto in un negozietto di giochi che stava chiudendo, ma non perché fosse tardi! Chiudeva definitivamente, a detta del proprietario per colpa della crisi e della mentalità delle persone; io, dopo averci parlato un po’, penso che anche una certa dose di incompetenza possa aver contribuito.
Comunque, la parte della storia che ci interessa riguarda il fatto che il tipo stava liquidando un bel po’ di giochi.
Gli scaffali del negozio erano già belli vuoti e quello che era rimasto non era un granché, del resto è un po’ che era in svendita, finché la mia attenzione è stata colpita dall’armadietto dei giochi usati, quelli che faceva usare ai clienti in negozio. Li si che c’era bella roba.
All’inizio non ho potuto fare a meno di notare lo scatolone di Krosmaster Arena, tutto colorato e pieno di personaggi che mi guardavano e mi dicevano: “Compraci! Compraci!”
Ho resistito e andando avanti mi è capitato tra le mani il gioco più improbabile e, al tempo stesso, irresistibile di tutto il negozio: Vudù!
Confesso che lo avevo già adocchiato da un’altra parte ma, di primo acchito, mi era sembrata una minchiata epocale. Lì invece, complice il fatto che era scontato perché usato, improvvisamente mi è apparso sotto una luce migliore, non potevo farne a meno. Credetemi: ci ho messo meno di un secondo a tirar fuori il portafogli e dargli 'sti 10 €.
Finite le ferie e tornato a casa non c’è voluto molto per organizzarci con gli altri e provarlo.

Per chi non lo conosce Vudù è un party-game tutto italiano di Giovo e Valtriani edito dalla Red Glove, con poche regole e pochi materiali, ma un' idea di gioco davvero accattivante e ben riuscita: rompere le palle agli avversari.
Impersonando dei maghi il nostro scopo è quello di lanciare delle maledizioni agli altri giocatori e costringerli a fare le cose più assurde; rimanere tutta la partita in piedi, cantare il ritornello di una canzone, starsene tutto il tempo con i gomiti attaccati e via dicendo.
Ammetto che detto così può sembrare una stronzata, ma con le persone giuste e con lo spirito giusto è davvero divertente.
Il contenuto della scatola è molto semplice 3 serie di carte magistralmente illustrate da Guido Favaro (Maledizioni standard, Artefatti e Maledizioni Permanenti) i segnalini per i punti, 5 dadi, una bambolina Voodoo e, sul fondo della scatola stessa, il tabellone segnapunti.

Le fasi gioco sono molto semplici: all’inizio del turno si tirano 5 dadi dove, al posto dei numeri, sono raffigurati gli elementi classici del horror: pipistrelli, fantasmi, teschi, corvi, zucche etc.
Questi dadi rappresentano gli ingredienti necessari per evocare le maledizioni. Se si riesce a pagare il costo della maledizione la si gioca contro qualcuno e si fanno i relativi punti, altrimenti i dadi si spendono per pescare altre carte maledizioni o artefatto.
Tutto qua. Zero strategia. Si tratta di avere un po’ di culo coi dadi, dare più fastidio possibile e divertirsi.

Al primo turno siamo partiti un po’ timidi (del resto si comincia con una sola maledizione in mano e se non riesci a pagarla con i dadi, non ti resta che pescare), ma già dal secondo abbiamo cominciato a tirarcele una dietro l’altra che era un piacere.
Pronti via Steffo spara una maledizione a Jess e la costringe a farsi tutto il resto della partita seduta a terra (tant’è che lei lo minaccia di farlo dormire sul tappeto della sala). Io, poco più avanti, dovrò rimanere a gambe incrociate, Steffo con i palmi attaccati e Cla dovrà starnutire, grattarsi la testa e schioccare le dita ad ogni cambio turno.
Un vero manicomio
 Dopo qualche turno la situazione letteralmente degenera. C’è chi gira attorno alla sedia prima di tirare i dadi, chi simula malamente il rumore di un temporale, chi grugnisce, chi è costretto a stare tutto il tempo con le braccia incrociate e chi, povero lui, con la testa attaccata al tavolo.
Alla fine ne siamo usciti distrutti, peggio di una serata a Twister (fidatevi di me: se non siete più che allenati state lontani da Twister!).
Vinco io, ma poco importa, tutti erano soddisfatti, tant’è che ne parte subito un’altra.
Stesso andazzo: in poco tempo il tavolo si è riempito di barzellettieri, cantanti, imitatori di topi, snob con la R moscia, finti serpenti con la S sibilante e superstiziosi con le dita incrociate. Meno male che nessuno ci ha visto da fuori!
Confesso che avevo un po’ paura per la longevità visto che alla fine le maledizioni non sono tantissime, ma in due partite praticamente non abbiamo trovato due volte la stessa carta quindi, almeno per il momento, i miei timori erano infondati. E poi comunque c’è sempre l’espansione Ninja Vs Pigmei che aggiunge nuove carte e nuovo sale a questo piccolo gioiello.
Finisce anche la seconda partita; vince Jessica ma anche in questo caso non è quello che conta davvero. Io sono stremato; vi assicuro che tirare i dadi, tenere e pescare le carte, muovere i segnalini sempre con le braccia incrociate non è affatto facile. Steffo è stato almeno 20 minuti con una mano sull'occhio, che quando fuori fa 30° non è esattamente piacevole.

Insomma la serata è volata in un lampo, esperienza assolutamente da ripetere, anche con più persone, i 10€ meglio spesi degli ultimi anni. E poi dice che c'è la crisi!

P.s.: un pensiero va al povero Steffo che, conoscendo Jess, avrà davvero dormito sul tappeto.

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