Ormai abbiamo ripreso.
Posso dire tranquillamente che finalmente abbiamo ricominciato a
giocare con una certa costanza. E’ importante se non vuoi perdere
la mano. Sembra una scemenza, ma i giochi da tavolo sono come lo
sport praticato: se non ti alleni regolarmente rischi di andare fuori
forma in attimo. Provate voi a giocare a Caylus o a 7 Wonders dopo un
anno di sosta: minimo vi servirebbe mezz’ora solo per rileggere il
set-up iniziale.
Non è un caso se i
giorni scorsi siamo ripartiti con un party-game per poi cimentarci in
un filler collaborativo. Che poi la storia de “Il Sesto Senso”
meriterebbe un post a parte, in cui si parla di prototipi giocati al
Play di Modena, versioni in lingue straniere incomprensibili, regali
di Natale sbagliati etc etc.
Comunque Steffo e Jess è
un pezzo che ce l’hanno ed è un pezzo che vorremmo provarlo
assieme e finalmente l’altra sera ci siamo riusciti.
Come al solito, una breve
e doverosa introduzione al gioco.
Si tratta di un
collaborativo da 2 a 7 persone scritto dai polacchi Nevskiy
e Sidorenko ed edito in Italia da Uplay. I giocatori si dividono tra
fantasma e sensitivi: il primo deve evocare nei secondi dei sogni che
gli permettano di scoprire, entro sette turni, gli elementi chiave di
un delitto: arma, luogo e assassino.
-
“E’ stato il colonnello Mustard, con la chiave inglese, nella
Dependance!!!”
No
ragazzi, non è Cluedo, le meccaniche sono completamente diverse, ma
vi confesso che lo spirito del classico della Parker aleggiava
pesantemente sul tavolo…almeno per me. In realtà il cuore pulsante
del gioco sono le meravigliose carte (magistralmente illustrate in
stile astratto) che servono al fantasma per evocare i sogni dei
sensitivi, tramite associazione di immagini, secondo una dinamica di
gioco portata alla fama mondiale dalla serie di Dixit.
-
Ma insomma, è Dixit o Cluedo?
Ovviamente
nessuno dei due, ma un po’ di entrambi. Ad
ogni turno il fantasma passa delle carte ai vari sensitivi, carte che
dovrebbero contenere gli elementi per permettere al sensitivo stesso
di indovinare l'arma, il luogo del delitto e, infine, l'assassino
stesso. Ve l'ho detto: Cluedo + Dixit. Ma in realtà c'è molto di
più!
Dopo
il set-up iniziale Jess si siede a capotavola: è lei il fantasma! A
noi resta una tripletta di carte da indovinare…una ciascuno si
intende.
Per
prime si devono scoprire le armi del delitto e, con un paio di carte
fortunate, riusciamo a beccarle tutte e tre entro la seconda notte.
Il
discorso si fa più complicato con le stanze. Le carte che le
rappresentano sono molto dettagliate, ricche di particolari ed
elementi che da una parte aiutano a caratterizzare l’ambiente, ma
dall’altra potrebbero depistare perché in comune con altri luoghi
della casa.
C’è
da dire che le carte a disposizione del fantasma sono la
quint’essenza dell’astrattismo più delirante. Tra le tante,
ricordo una serie di conigli bianchi risucchiati da una spirale di
erba verdissima con una serie di scale volanti; un topo gigante con
impermeabile e cappello a cilindro che gira per le bancarelle di un
mercato e si imbatte in un pallottoliere; uno scanzonato spazzacamino
con tanto di baffi a manubrio, in sella ad un velocipede volante; una
ruota di monociclo dritta su un pontile in primo piano con, in
lontananza, cavalieri bianchi contro demoni neri che si fronteggiano
su un viadotto romano. E queste sono quelle più facili da
raccontarvi; alcune sono talmente assurde che dovrei chiedere ad
Umberto Eco di provare a descrivervele…e non è detto che ci
riuscirebbe manco lui!
Perdiamo
un po’ di turni a capire le nostre stanze, tanto che Jess è
costretta a cambiar mano di carte un paio di volte prima di beccare
quelle un po’ più utili alla missione. Una volta risolti i luoghi
si passa ai possibili sospetti. Steffo a Clau lo beccano al primo
turno, il mio è decisamente più complicato anche perché Jess ormai
ha tutte carte inservibili. Neanche i miei compagni d’indagine
riescono a darmi una mano. Insomma, arriva l’ultimo turno e io
sbaglio il personaggio.
Partita persa e fantasma costretto a dannarsi per altri cento anni nella casa stregata.
Partita persa e fantasma costretto a dannarsi per altri cento anni nella casa stregata.
La
partita non è durata molto: c’è tempo per la rivincita.
Questa
volta mi offro volontario per fare il fantasma, nell’entusiasmo
generale, e le cose modestamente girano da subito al meglio.
Le
carte che pesco sono ottime e in quattro e quattr’otto archiviamo
la pratica armi (memorabile l’associazione pifferaio di serpenti –
fune per strangolare) e i luoghi. Giusto con Steffo faccio un po’
fatica, ma del resto ha una tuta da palombaro nel sua stanza!!!.
Qualche tentennamento per gli assassini ma alla fine riusciamo a
chiudere le tre sequenze entro la 5° notte.
Game,
set e match.
Il
fantasma riscattato può finalmente lasciare la casa e andarsene
nell’aldilà!
L’impressione
che ho avuto, come prima volta, è stata molto positiva. Premetto che
sono un appassionato di giochi dove ci sono assassinii di mezzo:
Cluedo o Lettere da Whitechapel per esempio, e quindi ero molto
curioso di provarlo, e devo ammettere che sono state ricreate in
maniera molto efficace sia l’ambientazione che la tensione di
gioco. E’ chiaro che per funzionare bene ci vuole un gruppo
affiatato e che si conosca bene (in un paio di occasioni io e mia
moglie ci siamo quasi letti nella mente), ma è comunque interessante
da provare anche tra perfetti sconosciuti; giusto per vedere cosa
viene fuori.
Mi
è piaciuto anche il fatto che in questo gioco si riesce a dare un
contesto alle dinamiche di Dixit, che per carità è bello, ma rimane
quasi un esercizio a se stante. Qui invece diventa lo strumento per
proseguire nel gioco e permettere il confronto e l’interazione con
tutti i giocatori (tranne il fantasma, lui se ne sta zitto e buono
tutta la partita).
Quello
che preoccupa i più, leggendo varie recensioni qua e la, è la
longevità. In effetti è un aspetto che non va sottovalutato,
soprattutto se il gruppo di gioco è sempre lo stesso; ci vuol poco a
consolidare certe associazioni di carte e rendere troppo leggibili i suggerimenti pensati dal fantasma. Un trucco potrebbe essere di non
giocarci troppo spesso (per non saturarlo velocemente), far ruotare i
fantasmi all'interno del gruppo di gioco e coinvolgere ogni tanto
nuovi adepti, nell'attesa che arrivino nuove espansioni con carte e
indizi inediti.
(Un'idea fresca fresca di Clau: e perché non provare ad usare proprio le carte di Dixit per il fantasma?!?)
(Un'idea fresca fresca di Clau: e perché non provare ad usare proprio le carte di Dixit per il fantasma?!?)
Beh
ora è tardi e tutti a nanna.
Settimana
prossima un bel giro a Cluedo!
Il Sesto Senso è uno dei miei giochi preferiti e lo stiamo giocando sempre con una variante interessante: quando si ricevono le carte sogno, invece di mostrarle a tutti, noi giochiamo raccontandocele, proprio come se fossero dei sogni!
RispondiEliminaMa sai che non è una cattiva idea! :D
EliminaInnanzitutto complimenti a Cla per la scelta della tovaglia che ospita ogni volta i giochi in cui ci avventuriamo...quasi ad avere un certo Sesto Senso più che azzeccato o molto più semplicemente sono i gusti di arredo della padrona di casa che richiamano questo tipo di giochi a tema criptico!!!...In effetti questa serie di bolle bianche, verdi, blu e grigie fluttuanti su sfondo nero, insieme alle carte sogno che il fantasma assegna ad ogni singolo sensitivo, descrive perfettamente ciò che accade nella mente dei giocatori: tutti i piccoli particolari dei sogni vengono miscelati agli oggetti, stanze e personaggi come in una spirale piena di immagini che si cercano tra loro per incastonarsi nella maniera migliore e tutto questo per trovarci un nesso logico (per l'appunto cosa che non è sempre semplice o per lo meno, qualche volta, non sempre scontata). Ed eccoci quì, come diceva il buon Alex, di fronte ad immagini molto dettagliate del tipo: Mela trafitta con spilli come un vudù, da cui percola del sangue e di lì a due passi un bruco che con un paio di occhialoni che guarda stranito questo succulento frutto e supponendo di doverlo associare ad un arma si fanno le varie ipotesi: sarà il veleno?! (perchè si associa alla mela di Biancaneve); sarà un'arma tagliente?! (visto che la mela è trafitta); sarà la temutissima Vedova Nera?! (per la presenza del bruco)...e allora ci affidiamo ad un colpo di c***...ehm ... al nostro Sesto Senso!!! ma la cosa peggiore che può accadere è quando lo stravagante fantasma per restringere il campo ci assegna una seconda carta ed eccoci di fronte ad una scheletrica figura umana di nero vestita e con cappuccio che ad una mano sostiene una bella mela rossa e all'altra ha un serpente al guinzaglio!!!...e sì avete proprio capito bene: ciò che si è fumato il disegnatore al momento della realizzazione delle carte, sarà stato di siuro qualcosa di davvero forte!!!
RispondiEliminaTanto per cominciare non toccare la tovaglia di Clau!
EliminaIn effetti il ruolo del sensitivo è interessante perché ti permette il confronto e l'interazione con gli altri giocatori. Parli, discuti, prendi una decisione, cambi idea. Insomma è abbastanza vivace. D'altro canto il fantasma è il protagonista del gioco, dipende da lui la buona riuscita della missione e poi, diciamocela tutta, è quello che deve "lavorare" di più! Avendo provato i ruoli posso dire che mi sono piaciuti molto entrambi.
Ed ora è il nostro turno quello della elaborazine dei sogni...lo spirito di Scherlok entra in noi e come nel film impeccabilmente interpretato da Benedict Cumberbatch, iniziamo a fare associazioni di ogni tipo e la nostra mente è invasa da forme, colori, immagini, dettagli, integrali, differenziali e radici quadrate che non mancano mai (e chi ha visto almeno una puntata di questa miniserie, sà di cosa parlo!) e pieni delle nostre certezze battiamo il pugno sul tavolo e diamo la nostra istintiva conclusione: "è di certo la boccettina di veleno...non c'è altra spiegazione!" ...A questo punto la tensione sale, il fantasma è apparentemente calmo e distaccato (ma la sua mente è piena di omini che sbattono i piedi per terra e la testa contro il muro!!!)...siamo arrivati alla rivelazione: "non è la soluzione giusta!!!"...e la prima cosa che pensi è "ma come, non poteva essere che quella!"...ebbene alla fine del gioco quando il fantasma può finalmente sfogarsi dice: "in entrambe le carte c'era la mela!...ovvero un frutto...ovvero...?!"...e ti fà segno con la testa che è scontato che sia proprio quell'arma : la "padella"! NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!...l'arma più scontata e improbabile che era proprio lì a fissarti sul tavolo in cerca di attenzioni e che tu non avevi neanche considerato!
RispondiEliminaBeh, c'è da dire che in questo gioco è fondamentale che il fantasma abbia le carte giuste per dare degli indizi e soprattutto che abbia la giusta quantità di fantasia (senza sfociare nella pazzia!)...di certo perdere una partita al Sesto Senso, genera un senso di insoddisfazione e di rivincita che deve essere compensata il prima possibile e sotto questo punto di vista è il gioco ideale trattandosi di un cooperativo; in più le carte sono davvero belle, a dir poco evocative...infatti le carte songo contengono di tutto e di più!...è come vivere un sogno caotico e saperle gestire dal fantasma è davvero una sfida! A questo proposito ho constatato che la partita è più avvincente nei panni del fantasma piuttosto che in quelli dei sensitivi in quanto è davvero una sfida!
Detto questo: Alex accetto la proposta di giocare a Cluedo...ma perchè non far partecipare anche il fantasma?! :D