sabato 1 novembre 2014

L'Isola Proibita

Ore 22. Abbiamo appena finito di mangiare un ottimo Kebab fatto in casa, preceduto dalle solite prelibatezze casearie pugliesi. Il pargolo si è appena addormentato guardando Peppa Pig. Parte un giro di alcolici dopo-pasto: chi prende un meloncino, chi un bicerin, chi niente visto che è incinta e chi un po’ di tutto per non farsi mancare nulla.

Archiviata la cena (spesso un mero pretesto per vederci) è arrivata l’ora di sparecchiare tutto e cominciare a fare le cose sul serio. O almeno così dovrebbe essere.

-   Io ho mal di testa – comincia una.
- Domani mi devo svegliare presto – gli fa eco quell’altro.

Allora che facciamo? Guardiamo X-Factor? Maancheno!

- Facciamo un giro ad Hanabi? Riecheggia una voce indefinita.

- Ma se ti ha detto che ha mal di testa! Finiamo per bruciare tutti i fuochi alla prima mano!

Basta, è ora che prenda in mano la situazione: - Facciamo La terra Sperduta!- Silenzio di tomba e sguardi imbarazzati.

- Che roba è?

Ma come? Quello! – faccio io, indicando una scatola di latta sotto il tavolino di vetro.

- Ah L’isola Proibita!
I soliti precisini. Quanti giochi avranno mai nella collezione con un nome simile a quello? Comunque, dopo vari cenni di assenso si opta per L’Isola Proibita.Si tratta di un filler collaborativo semplice ma molto accattivante. La storia è che noi facciamo parte di  una spedizione esplorativa mandata a calci su un isola maledetta per recuperare quattro manufatti in grado di controllare gli elementi; fate caso che ho detto “maledetta” e non a caso. La nostra presenza infatti non è per niente gradita e  non appena metteremo piede sulla terraferma, l’isola stessa comincerà a sprofondare inesorabilmente, inabissando con se tutti i tesori e cercando possibilmente di farci schiattare…una passeggiata insomma.

Aprendo la scatola di latta troviamo ordinati tutti i vari componenti: le tessere isola in un ottimo cartone duro, le carte Artefatto e Inondazione, le carte Personaggio, le miniature degli artefatti ed il segnalatore del livello dell’acqua. Si tipo quello della macchina.Il gruppetto di sfigati è abbastanza ben assortito ed ognuno ha una caratteristica precisa che lo distingue. Il set-up del gioco è velocissimo: si posizionano le tessere isola a formare una delle tante possibili combinazioni (le tessere in se vengono piazzate random) e poi si pescano a caso i personaggi che compiranno  la missione. Capito bene? A caso! No perché nella serata in questione c’è stato un giusto tentativo di pescare i personaggi, ma qualcuno non ha capito bene la situazione e non appena ha visto la pedina gialla l’ha arraffata miseramente (si Cla sto parlando di te). Da li in poi è degenerato tutto e l’abbiamo finita ognuno con la pedina del proprio colore. Perché diciamolo: ognuno di noi ho un colore preferito con cui giocare!

Finiti i preparativi, assegnati i personaggi e distribuite le carte Artefatto si comincia subito con inondare un po’ di tessere, così tanto per darci il benvenuto. Manco a dirlo lo scopo del gioco è recuperare tutti gli artefatti e svignarsela dall’isola in elicottero.

Il turno di gioco è composto da tre azioni scelte fra 4 possibili: muoversi, puntellare una tessera (letteralmente farla riemergere dall’acqua), passare una carta artefatto e recuperare un artefatto. Le regole base prevedono che ci si possa muovere e puntellare solo ortogonalmente di una casella e che si possa passare un artefatto solo a chi si trova nella stessa casella, ma i nostri personaggi hanno delle caratteristiche particolari che permettono varie eccezioni: l’esploratore muove anche diagonalmente, il pilota può spostarsi dove vuole, lo specialista può puntellare due tessere per volta, il messaggero smazza carte artefatto dove gli pare etc.

Alla fine di ogni turno si pesca un certo numero di carte inondazione che corrispondono alle tessere dell’isola. Quando una carta viene pescata una volta viene inondata la tessera corrispondente (si può ancora puntellare), alla seconda, quella tessera viene inabissata e tolta dal gioco. Chiaramente meno tessere Isola ci sono, più difficile sarà muoversi per recuperare gli artefatti ed andarsene. Come se le cose già non fossero un casino così, ci sono disseminate nel mazzo anche 3 carte “Innalzamento Acque” che fanno salire le tacche sulla spia dell’acqua. Indovinate cosa succede quando arriva al massimo!

Scegliamo una delle isole più difficili del gioco, una specie di anello in cui le tessere hanno solo un lato di contatto con le altre. In pratica passiamo i primi 5 turni a puntellare le tessere inondate senza far niente per recuperare gli artefatti e in men che non si dica abbiamo già l’acqua alle ginocchia. Altri tre giri e qualche carta Innalzamento Acque e metà isola è sprofondata.Quello che ne rimane sono poche tessere sparpagliate qua e la. In pratica ognuno di noi è attaccato ad uno scoglio. Steffo è così calato nel personaggio che gli manca solo il cappello di Indiana Jones e gli shorts di Lara Croft.

Io in quanto pilota, volo da una tessera all’altra a recuperare carte artefatto, ma la situazione ormai è compromessa. Manca solo un tesoro (quello della terra) ed è rimasta solo una delle due tessere dove poterlo recuperare; il tempo stringe e la sfiga ci tallona. Ennesima carta Innalzamento Acque, nuovo giro di tessere da inabissare e prima che abbiamo il tempo di infilarci il giubbotto di salvataggio ecco che sprofonda l’ultima tessera Terra. Gioco finito. Tutti morti. Sguardi delusi e amaro in bocca però non ci fanno scoraggiare.

Altro giro altra corsa.


Questa volta l’isola è un po’ più facile e i personaggi, presi random, fanno proprio al caso nostro. Le cose iniziano ad andare bene già dai primi turni, tanto che abbiamo il tempo di andare in giro per l’isola a bere mojito e a importunare le ragazze del luogo. Comunque recuperiamo subito tre artefatti che ancora l’Isola è ben salda in superficie; il quarto è quello che ci fa lavorare un po’ di più e io, che anche stavolta faccio il pilota (già! ho pescato di nuovo il blu, quando si dice un colore un destino), come al solito giro per l’isola a recuperare carte…ah se non ci fossi io! Prendo l’ultimo tesoro mentre gli altri, non sapendo cosa fare, sono già saliti sull'elicottero; li raggiungo e sgommiamo via.

Peccato però, potevamo restare ancora un po’ a sorseggiare cocktail e rifarci l’abbronzatura.Giro di cupcake per festeggiare e tutti a casa.

Mentre in tv risuonano le urla stonate di qualche gallina del Tale e quale show (vabbè l’abbiamo messo solo per fare sottofondo), facciamo le ultime considerazioni.

L’isola proibita è un gioco piccolo senza grosse pretese ma estremamente coinvolgente dove viene reso benissimo quel senso di ineluttabilità, di corsa contro il tempo, di chiappe che si stringono ogni volta che qualcuno fa qualcosa. E’ perfetto quando non avete voglia di scannarvi a vicenda e soprattutto lo può fare chiunque, anche chi l’ultima volta che ho giocato a qualcosa era Crack.

Ora tutti a nanna che c’è chi ha mal di testa, chi si deve svegliare presto e chi non c’ha un cazzo da fare, ma per una volta non va a letto alle 3.

1 commento:

  1. Beh c'è da dire che per prima ho scelto apposta un'isola un pò più difficile del solito ed infatti si chiamava "L'atollo delle Decisioni"...ovvero "o sai ciò che fare o sei perduto!".
    In più ci sono le sue varie modalità di gioco...dalla scelta dell'isola alla decisione della difficoltà di partenza.
    Davvero un bel giochino, apparentemente semplice ma non scontato!
    Steffo

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