L’avrei già dovuto
capire dalla settimana scorsa quando, a cena a casa di Steffo,
adocchio Alchimisti sul suo scaffale.
“Bello – dico io –
certo che si vede che è della Cranio, tutto colorato, materiali
bellissimi, dev’essere proprio un bel gioco”.
“Si si è molto
particolare – fa lui - prendilo così inizi a vederti il
regolamento”.
Avrei dovuto capire di
che stava parlando!
Tornando a casa
continuava a risuonarmi in testa quella frase: “…così inizi a
vederti il regolamento!” E io pensavo: che ci sarà da vedere, non
sarà più complicato di Caylus o Seasons! Che sciocco sono stato.
Per pigrizia di non
leggermi il regolamento, mi guardo la video-recensione di Alkyla su
Youtube, molto chiara e completa. Tutto a posto, mi dico, le regole
le so, la strategia di gioco verrà più avanti, ma intanto possiamo
cominciare…niente di più sbagliato.
In occasione della
serata “Back To The Future” organizziamo una cena veloce e poi
tiriamo fuori la scatola.
Si tratta di un gioco di
piazzamento e gestione risorse, da 2 a 4 giocatori, nel quale
vestiamo i panni, appunto, di alchimisti intenti a preparare delle
pozioni magiche per guadagnare prestigio all’interno della comunità
scientifica e non solo. Come sempre non mi dilungherò sui dettagli
delle varie fasi di gioco perché quello che mi ha davvero colpito di
questo titolo sono altre cose: il sistema di deduzione delle pozioni
e l’applicazione per Smartphone e tablet.
Deduzione.
Ovviamente lo scopo
finale del gioco è fare più punti degli avversari e il sistema
migliore per riuscirci è capire, prima degli altri, la composizione
alchemica di una serie di 8 ingredienti: radice di mandragola,
artiglio di uccello, rospo etc. e pubblicare tale deduzione (8
alchemici per 8 ingredienti).
Brevemente il sistema di
deduzione consiste nel miscelare due ingredienti per volta e
verificare che tipo di pozione viene fuori; incrociando varie volte
ingredienti diversi e ottenendo sempre più informazioni si comincia
a restringere il campo (un po’ in stile Cluedo se vogliamo) fino a
dedurre l’esatta combinazione di tutti gli ingredienti.
O almeno questo in teoria, perché la realtà è ben diversa.
Per poter testare le pozioni bisogna innanzi tutto avere le carte giuste degli ingredienti e poi spendere uno dei pochissimi segnalini azione a disposizione per poter effettivamente fare i test. E qui entra in gioco la gestione delle risorse.
O almeno questo in teoria, perché la realtà è ben diversa.
Per poter testare le pozioni bisogna innanzi tutto avere le carte giuste degli ingredienti e poi spendere uno dei pochissimi segnalini azione a disposizione per poter effettivamente fare i test. E qui entra in gioco la gestione delle risorse.
Il bello di questo gioco
è che unisce in maniera molto fluida un già assodato meccanismo di
gestione dei lavoratori e delle monete, con la deduzione-logico
matematica degli alchemici, non si può fare l’una senza
l’altra…una cosa davvero unica nel suo genere.
Se non sbaglio questo è
il primo titolo che integra un’applicazione nelle dinamiche di
gioco e lo fa in maniera egregia.
La necessità di una app nasce dal fatto che gli 8 alchemici vengono abbinati, ad inizio partita, in modo casuale agli ingredienti, ma ovviamente nessuno dei giocatori conosce questo abbinamento (visto che tale risoluzione è lo scopo del gioco) quindi l’unico sistema per testare le pozioni è che ci sia un giocatore esterno che svolge il ruolo del master e le controlli volta per volta, oppure lasciar fare alla tecnologia.
In pratica, ogni volta che si vuole testare una pozione non si fa altro che inquadrare le carte con lo smartphone e voilà, si ottiene subito il risultato. Facile, veloce ed indolore.
La necessità di una app nasce dal fatto che gli 8 alchemici vengono abbinati, ad inizio partita, in modo casuale agli ingredienti, ma ovviamente nessuno dei giocatori conosce questo abbinamento (visto che tale risoluzione è lo scopo del gioco) quindi l’unico sistema per testare le pozioni è che ci sia un giocatore esterno che svolge il ruolo del master e le controlli volta per volta, oppure lasciar fare alla tecnologia.
In pratica, ogni volta che si vuole testare una pozione non si fa altro che inquadrare le carte con lo smartphone e voilà, si ottiene subito il risultato. Facile, veloce ed indolore.
Tutto questo preambolo è
stato necessario perché Alchimisti non è un gioco immediato, per
niente. Mentre la gestione delle risorse non crea grossi problemi,
almeno per i giocatori con un minimo di esperienza, quello che da
davvero da fare è il processo deduttivo degli alchemici. Almeno per
me.
Mentre Steffo spiegava le
regole io sembravo Homer Simpson che pensa alla scimmia che suona i piatti; Clau invece sembrava dormire, già provata da un’intera
giornata con i bambini…insomma si presagiva una serata disastrosa.
Alla fine non è andata
neanche così male, ma procediamo per gradi.
Non mi vergogno a dire
che ho passato quasi tutto il tempo a non sapere cosa stavo facendo!
O meglio, sapevo bene quale fosse il mio obiettivo e come
raggiungerlo, ma quella maledetta piramide di deduzione proprio non
mi entrava in testa.
Continuavo a testare ingredienti, a cancellare dalla griglia le opzioni sicuramente sbagliate, ma non riuscivo a restringere il cerchio, ne a capire quali ingredienti testare per arrivare alla soluzione finale; e più arrancavo più vedevo gli altri andare avanti spediti.
Che amarezza. Ah maledetta logica, ma che ti ho fatto di male!
Continuavo a testare ingredienti, a cancellare dalla griglia le opzioni sicuramente sbagliate, ma non riuscivo a restringere il cerchio, ne a capire quali ingredienti testare per arrivare alla soluzione finale; e più arrancavo più vedevo gli altri andare avanti spediti.
Che amarezza. Ah maledetta logica, ma che ti ho fatto di male!
Comunque, sta di fatto
che comincio a risalire il tabellone dei punti pubblicando un paio di
teorie, che fortunatamente si riveleranno corrette, e mi sgancio
dall’ultima posizione, sfrutto le esibizioni di fine turno, prendo
qualche punto in più e finisco in seconda posizione, pari merito con
Jessica.
Stravince Steffo, che era l’unico che sembrava avere davvero la situazione in pugno, e Clau ultima, nonostante fosse quella che probabilmente aveva davvero capito quasi tutti gli abbinamenti.
Stravince Steffo, che era l’unico che sembrava avere davvero la situazione in pugno, e Clau ultima, nonostante fosse quella che probabilmente aveva davvero capito quasi tutti gli abbinamenti.
A questo punto dovrei
fare delle considerazioni finali ed esprimere un parere su questo
gioco...già dovrei, ma mi sarebbe utile averci capito qualcosa!
Allora, il gioco è bellissimo, i materiali sono molto curati – pensate che, tra le altre cose, ci sono 4 schermi di cartone duro da costruire che rappresentano il laboratorio dell'alchimista – e le dinamiche di gioco sono, in un certo senso, molto innovative.
Probabilmente avrò bisogno di qualche altra decina di partite prima di capire esattamente come muovermi, ma questo non significa che Alchimisti non sia davvero un titolo ben riuscito.
Allora, il gioco è bellissimo, i materiali sono molto curati – pensate che, tra le altre cose, ci sono 4 schermi di cartone duro da costruire che rappresentano il laboratorio dell'alchimista – e le dinamiche di gioco sono, in un certo senso, molto innovative.
Probabilmente avrò bisogno di qualche altra decina di partite prima di capire esattamente come muovermi, ma questo non significa che Alchimisti non sia davvero un titolo ben riuscito.
P.s. Per la perfetta
riuscita della serata procuratevi 4 matite (quelle piccoline
dell'Ikea vanno benissimo) e una lucetta per inquadrare le carte, nel
caso la stanza sia un po' buia :D